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"194, PACS E TESTAMENTO BIOLOGICO O L'UNIONE RISCHIA"
L'Unità - 4 dicembre 2005
A Orvieto Bonino e Boselli rilanciano. Il leader Sdi: «Rutelli? Un integralista che ha mutato la Margherita»
di Maria Zegarelli
Il «MINIMO SINDACALE» che deve contenere il programma politico dell'Unione è racchiuso in tre punti. Se non ci saranno «allora vuoi dire che non ci siamo capiti». Usano sostanzialmente le stesse parole la radicale Emma Bonino e il socialista Enrico Boselli a margine dei lavori del IV congresso dell'Associazione Luca Coscioni in corso a Orvieto. «Dal Corpo dei malati, al cuore della politica», recita lo slogan, ed oggi la politica è qui. E discute di quel limite al di sotto del quale non si può andare: impegno a non toccare la legge 194 sull'aborto, legge sui Pacs e testamento biologico. Su questo non si tratta. Poi, per il resto, «starà a noi della Rosa nel pugno portare avanti battaglie più radicali come leutanasia». In diretta continuità con questo indirizzo anche la candidatura di Coscioni al Parlamento lanciata Capezzone. E anche il vero e proprio manifesto politico dei tanti studiosi presenti all'incontro (Cattaneo, Corbellini, Flamigni, Neri e altri): chiedono libertà per la scienza, per la cura dei malati.
Gavino Angius, presidente dei senatori Ds, nonché membro dell'Associazione, arriva nel primo pomeriggio e assicura: «Per quanto mi riguarda sono assolutamente d'accordo». E con la Margherita, come la mettiamo? «Parlo per me», risponde il leader Ds che coglie miti di sorpresa con un suo intervento confessione che raccoglie un lungo applauso. Glissa sulla polemica con la Margherita, che invece dal dibattito esce a pezzi. In compagnia delle gerarchie ecclesiastiche, più volte accusate di invasione massiccia di un altro Stato, l'Italia.
Se Daniele Capezzone elogia più volte nel suo intervento «i compagni e le compagne Ds con cui abbiamo condiviso la campagna referendaria e con cui speriamo di poter condurre altre battaglie» e Fassino per la sua coerenza, (ma accusa l'asse Rutelli-Veltroni di attaccare la leadership di Prodi per creare a partire dal 2007 un'altra alternativa politica), Bonino fa l'occhiolino a Stefania Prestigiacomo per il suo coraggio «pro-profilattico». Boselli non usa troppi giri di parole quando deve parlare della Margherita e di Rutelli. Dice che quest'ultimo «ha scelto di rappresentare il centro cattolico dell'Unione, invece di fare della Margherita il prototipo dell'Ulivo, motivo per cui la volle Prodi». Parla di «mutazione genetica della Margherita», il presidente dello Sdi «che, accompagnata alla nuova legge elettorale ha chiuso l'opportunità che si era aperta due anni fa». E definisce l'anima rutelliana di quel partito «la forza integralista» che rende vano il tentativo di far nascere il partito a cui pensava Prodi. Dalla platea arriva un'ovazione. Boselli incalza: «Il centro sinistra deve difendere in particolar modo uno dei 5mila emendamenti alla legge elettorale: quello che permetterebbe alla Rosa nel pugno di presentarsi alle elezioni». Spiega, infine, che non è polemico il no dello Sdi all'invito di Prodi al prossimo appuntamento dell'Unione in Umbria la prossima settimana: «Non andremo perché nel frattempo è nata la Rosa nel pugno e alla fine di tutti incontri compreso quello dei Radicali, saremo contenti di confrontarci».
La Bonino mette in fila l'uno dopo l'altro tutti gli attacchi e le «ingerenze» del Vaticano. E richiama la politica alla sua funzione. «Non se ne può più: ogni giorno le gerarchie ecclesiastiche parlano, la stampa registra, la politica risponde, anche con le leggi». Parla anche Bepino Englaro, padre di Eluana, la ragazza in coma profondo da anni a cui però è impossibile staccare la spina. Angius esita prima di parlare. Poi, racconta una storia, quella di un uomo di 84 anni, già molto malato, colpito da ictus. «Non c'era niente da fare, una situazione disperata. Ma non moriva. Arrivò anche la cancrena alle gambe, bisognava decidere se operare o no. I figli erano lì e non riuscivano a prendere una decisione. 12-24 ore. Dopo 36 ore finalmente morì. Era mio padre. Capii in quel momento cosa vuol dire. Chi ha una responsabilità politica dovrebbe capire di più», dice commosso. L'assemblea applaude a lungo. «Libertà di ricerca, eutanasia, sono problemi importanti, che pongono questioni complesse» dice Angius. «Chi è un rappresentante dei cittadini è tenuto a pronunciarsi. In un coalizione quello che conta - dice alla Rosa nel pugno ma anche alla Margherita - , probabilmente non è il pensiero unico dominante, e il centro sinistra è un'allegra compagnia di dieci partiti, ma è che sui grandi temi, sulle idee guida, i valori di fondo che ci deve essere un'intesa». E basta anche con la politica della tolleranza, con lo spauracchio del meticciato. Si ricominci dalla politica del rispetto. E conclude. «Temo che la laicità dello Stato sia minacciata, e la considero un valore costituzionale irrinunciabile». Sì al confronto con la Chiesa, libera di dire la sua, ma non «al dettato al mio paese sul cosa fare». Bonino gli stringe la mano. Il minimo sindacale è garantito.
Nella foto: manifesto dei Ds per la campagna a favore dei PACS
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