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EMMA BONINO: "PIANGO E CERCO L'AMORE"
Grazia - 14 marzo 2006
di Stefania Rossotti
Onorevole Bonino…
“Emmaâ€.
Emma, perché dici di non voler parlare dei fatti tuoi? Tutto quello che sei oggi è cominciato con un tuo outing. Quando, nel 1975, hai detto di avere abortito (e per questo sei stata arrestata)…
“Ho raccontato di aver abortito, non quello che ho provato a farloâ€.
Puoi dirlo adesso.
“Solitudine, umiliazione, rabbia e un gran bisogno che tutto finisse subito. Quando mi hanno chiesto di scegliere fra le varie tecniche possibili, ho detto: fate voi, non voglio saperne niente. Ero spaventata. Non potevo prevedere che per anni avrei lavorato su questi temi, che la mia solitudine sarebbe diventata indignazione, e poi impegno politico…â€.
Non ha mai pensato di aver sbagliato?
“Ad abortire? Mai, nemmeno quando, negli anni ’80, ho cominciato a volere un figlio. Non ho mai pensato a quello che non avevo avuto: era una storia diversa, io ero una donna diversa…â€.
Quanto hai desiderato questo figlio che non hai?
“Abbastanza per andare in Svizzera e tentare la fecondazione assistita. Non abbastanza per provarci più di due volteâ€.
Perché lo volevi?
“Perché avevo l’età in cui uno si dice: o ora o mai più. E perché le due bambine che avevo avuto in affido per quattro anni erano tornate dai loro genitori. Rimanere sola è stato un dolore immenso. Mi svegliavo al mattino senza che nessuno mi saltasse addosso, tornavo a casa la sera e c’era un silenzio orribile. All’improvviso più nessuno mi faceva sentire indispensabile, buonaâ€.
Dunque quando discuti, da politica, di fecondazione assistita sai del dolore di cui stai parlando…
“Lo saprei anche se non avessi cercato un figlio: io conosco il dolore, comunque. L’ho attraversatoâ€.
Quando?
“Oh, molte volte. Una per tutte: quando Roberto (Cicciomessere, ndr) mi ha lasciata, dopo più di dieci anni. Se ne è andato di colpo. Per molto tempo non sono riuscita a crederci: ero presuntuosa al punto da pensare che non fosse veroâ€.
Forse più che di presunzione si tratta di paura?
“Quando l’ho capita sono stata invasa dal dolore. E da altri sentimenti meno nobiliâ€.
Quali?
“Mi umiliava l’idea che mi avesse lasciata per una ragazzina di 24 anni. Un colpo a tutto quello che pensavo di noiâ€.
Non sarà nobile, ma è maledettamente umano.
“Umano sì. Tutto il dolore lo è…â€.
Non pensi di aver sbagliato a parlare di aborto, fecondazione assistita sempre come di diritti e non anche come di ferite?
“Non ho mai parlato di diritto all’aborto, ma di diritto a una maternità scelta. E non ho la presunzione di curare il dolore di altriâ€.
E il tuo?
“Adesso che mi ci fai pensare, è vero: persino con le mie amiche ho parlato poco di questo. Sarà perché il rapporto con le donne è stato una scoperta relativamente recente…â€.
Prima?
“Facevo molta vita pubblica e molta vita di coppia. Quando avevo un po’ di tempo stavo con il mio compagno. Noi due soliâ€.
Vivevate qui?
“No, ognuno a casa propria. Non ho mai convissuto. Io non sono capace di dire: “Per sempreâ€.
Eppure “per sempre†ti sei votata alla politica.
“E’ veroâ€.
E a Marco Pannella: cosa provi per lui?
“La lingua italiana, per fortuna, ha molte declinazioni della parola amore. Io a Marco ‘voglio bene’. Direi che questa è la definizione perfetta. Il che non ci impedisce di essere lunghissimi periodi di silenzio… A volte lo sento troppo distante. E ho bisogno di allontanarlo. Marco è stato, e resta, la persona che più mi ha incoraggiata, stimata, forse addirittura sopravvalutata. Mi ha obbligata a fare cose che io credevo di non poter fare. Avevo pauraâ€.
Paura?
“Io ho sempre paura, di tutto. Paura di parlare in pubblico, di andare in televisione, di fare cose qualunque…â€.
Tu giri il mondo…
“Mi obbligo. Domino l’ansia: ma c’èâ€.
Che cosa ti consola?
“Piango moltissimo, da solaâ€.
Dove?
“Su questo divano. Mi appallottolo qui e piango. Poi dopo un po’ mi alzo e faccio qualcosa. Di solito salgo in terrazzo e poto le piante. Che sono il mio orgoglio e la mia consolazione. Un giorno, piangendo, le ho potate al punto da raderle al suolo. C’erano già le prime gemme: non ho avuto fiori, quella primaveraâ€.
Ti sei fatta del male? Hai paura di restare sola?
“Lo sono sempre. Sola intimamente, politicamente. Ma la solitudine concreta non mi pesa. La mia domenica ideale è in pigiama a bighellonare per casaâ€.
E’ bello qui, raccolto e luminoso…
“Questa casa me l’ha comperata mia madre. E’ stato quando le due bambine in affido se ne sono andate: vivere lì dove ero stata con loro, per me, era uno strazio. E così lei mi ha comperato questa strana casa con molte scale. E non me l’ha intestata…Aveva paura che la vendessi per dare soldi al partito. Aveva ragione: ho tentato di ipotecarla. Non ti dico quando l’ha saputoâ€.
Che tipo era tua madre?
“Quando nel 1975 mi hanno arrestata, ha detto ai giornalisti: “Io ho tre figli molto diversi fra loro: e sono orgogliosa di tutti e treâ€. La morte di mia madre, tre anni fa, mi ha lasciata completamente svuotata. E’ morta molto lentamente: seduta accanto al suo letto vedevo l’ematoma che le saliva dalle gambe, portandole via la vita centimetro dopo centimetro. Se n’è andata guardando negli occhi me e mia sorella. Di colpo ho capito di non essere più di nessuno: non sono mai stata moglie, mai madre. Sono sempre stata solo una figlia e adesso…â€.
E adesso?
“Vedo un gruppo di amiche: tutte ultracinquantenni, pacificate con se stesse. Persino io comincio a piacermiâ€.
E’ vero che con l’ultimo sciopero della sete (nel 2001) hai perso sette denti?
“E’ vero. Mi sono procurata un principio di piorrea. Lo sciopero della sete è spietato: individua il tuo lato debole e lo fa a pezziâ€.
E l’amore? Sei una di quelle che dicono: ‘Con gli uomini ho chiuso?’
“Perché? Io non escludo di trovare un nuovo compagnoâ€.
Come lo vuoi?
“Come l’ho avuto: chiuso, introverso, silenziosoâ€.
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