>> MF Fashion
LA DICHIARAZIONE EUROPEA SUL MADE IN RAGGIUNGE IL QUORUM
MF Fashion - 26 ottobre 2007
Dopo aver raccolto 399 firme, il documento che invita all'obbligatorietà dell'etichettatura d'origine per i prodotti extra Ue è pronto per approdare al Consiglio dell'Unione. Soddisfazione da parte di Emma Bonino
di Chiara Bottoni
Passo dopo passo, la battaglia delle associazioni europee a favore del «Made in» sta prendendo concretezza. E' stata infatti raggiunta ieri, con alcuni giorni di anticipo rispetto alla data ultima del 3 dicembre, la maggioranza assoluta delle firme a favore dell'adozione formale in Consiglio europeo della dichiarazione del Parlamento di Strasburgo che invita gli stati membri ad adottare il regolamento comunitario relativo al marchio di origine obbligatorio su alcuni prodotti, fra cui molti inerenti alle categorie tessile, abbigliamento e calzatura provenienti da paesi extra Ue. La dichiarazione era stata presentata all'inizio di settembre da cinque parlamentari e, secondo il regolamento del Parlamento europeo, un numero superiore al 50%+1 avrebbe dovuto essere raggiunto a tre mesi dalla presentazione, ovvero il 3 dicembre. Il risultato ottenuto a Strasburgo è un messaggio a riaprire il negoziato che vede ad oggi la proposta di regolamento presentata dalla Commissione osteggiata da alcuni stati membri, particolarmente legati alle lobby di importatori. L'Italia da sempre ha invece combattuto a favore di questa regolamentazione, come sottolineato da Emma Bonino, ministro del commercio internazionale e delle politiche europee. «Il governo italiano continuerà in tutte le sedi la propria opera di pressing diplomatico e politico per arrivare al più presto all'approvazione definitiva dei regolamento proposto dalla Commissione nel 2005», ha affermato. Lo stesso entusiasmo manifestato dalle associazioni di categoria fra cui Itf (Italian textile fashion). Biella the art of excellence, che riunisce i produttori di tessuti dell'area biellese, e la coalizione Made in for transaparency, che ha fra i suoi rappresentanti Paolo Zegna, presidente di Smi-Ati che si è definito «particolarmente soddisfatto. Si tratta», ha precisato «di un importante pronunciamento, che, mi auguro, il Consiglio d'Europa faccia proprio a tutela in primo luogo del diritto dei consumatori di conoscere la provenienza per alcune tipologie di prodotti, fra cui quelle del tessile-abbigliamento». In prima fila in questa battaglia si sono schierati da sempre anche i calzaturieri. «Il raggiungimento di una sostanziale maggioranza nel Parlamento europeo rappresenta un passo importante per l'affermazione di un principio che solo alcuni stati membri non sembrano comprendere», ha affermato Vito Artioli, presidente Anci: «Il diritto dei consumatori a un accesso immediato alle informazioni relative rai loro acquisti e il diritto dei produttori italiani ed europei di operare in un mercato in cui esistono minime regole di trasparenza, come in tutte le maggiori aree mercato del mondo».
Altri articoli su:
[ Italia ]
[ Made in Italy ]
[ Politiche Europee ]
[ Unione Europea ]
Comunicati su:
[ Italia ]
[ Made in Italy ]
[ Politiche Europee ]
[ Unione Europea ]
Interventi su:
[ Italia ]
[ Made in Italy ]
[ Politiche Europee ]
[ Unione Europea ]
|