COMMERCIO PAESI EXTRA UE/BONINO: “MENO IMPORT DI PETROLIO, PIÙ MADE IN ITALY NEI PAESI OPEC (+ 33%)”
Roma, 22 giugno 2007 - “Continua per il quarto mese consecutivo la crescita delle nostre esportazioni (+6,3%) che ha permesso una sostanziale riduzione del nostro deficit commerciale passato da -1796 milioni di euro a -1106, riducendosi di quasi un terzo. Un trend evidenziato anche da Eurostat che ha messo in evidenza come nel 1° trimestre 2007 le esportazioni italiane sono aumentate del 13% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, superando quelle tedesche (+12%), spagnole (+9%) e francesi (+3%) e britanniche (-18%). È un vero e proprio exploit di Made in Italy nel mondo”. È quanto afferma Emma Bonino, Ministro per il Commercio Internazionale e per le Politiche Europee commentando i dati diffusi oggi dall’Istat in merito all’interscambio commerciale di maggio con i paesi extra europei.
“Un trend positivo e diversificato” - prosegue il Ministro - “le imprese italiane continuano con successo ad aprirsi la strada verso nuovi mercati. È rilevante , anche se dovuto in parte alla congiuntura climatica e dei prezzi petroliferi, che si sia ridotto di 1,3 miliardi di euro il nostro deficit per i minerali energetici e, che al contempo il Made in Italy abbia conquistato i paesi produttori di petrolio (Opec) con una crescita record di oltre il 33%. Insomma, meno petrolio e più Made in Italy”.
A guidare questo trend è soprattutto la dinamica dell’export manifatturiero che nel caso specifico degli interscambi extra UE ha evidenziato a maggio una crescita dell’export del 6%, nonché un dato cumulato nei primi cinque mesi dell’anno in aumento del 9,9% ed un saldo positivo nello stesso periodo di ben 12,6 miliardi di euro, 640 milioni in più dello stesso periodo del 2006, con tassi di crescita a due cifre per l’export di macchine e apparecchi meccanici, apparecchi elettrici, mezzi di trasporto, ma buoni incrementi anche per mobili, pelli-calzature e tessile-abbigliamento.
“Resta aperto il problema dei mercati più maturi, fuori dall’aera euro, come quello giapponese” - conclude il Ministro - “dove la flessione di maggio (-10,9%), in costanza di un euro forte e uno yen declinante, deve suonare come un campanello d’allarme”.
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