DARFUR BRUCIATO
Corriere Magazine - 12 marzo 2009
di Emma Bonino
Dal 2003 il governo di Khartoum appoggia politicamente e materialmente le scorribande dalle milizie Janjaweed nella regione del Darfur. La crisi umanitaria che ne è derivata è una delle più drammatiche dell'ultimo decennio. In questi giorni la Corte Penale Internazionale ha spiccato un mandato di cattura a carico del presidente sudanese Bashir, al potere dal 1989. La decisione della Corte non stupisce, perché fa seguito ad una precisa richiesta d'indagine da parte del Consiglio di Sicurezza ONU. Per questo trovo fuori luogo le polemiche che da più parti vengono sollevate all'indirizzo del procuratore Ocampo, che a detta di qualcuno avrebbe peccato di eccessivo protagonismo. La Corte si è limitata a svolgere, peraltro con perizia, il proprio lavoro. Se gli Stati membri del Consiglio di Sicurezza lo ritengono, possono scegliere di ricorrere all'art. 16 dello Statuto di Roma, che io stessa a suo tempo contribuii a negoziare e che consente di sospendere per 12 mesi il procedimento in corso, magari per trovare una politica da proporre per la soluzione del conflitto sudanese. Questa decisione devono però "motivarla", ossia mettere l'opinione pubblica in grado di conoscerne le ragioni.
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